Chiacchiere in trattoria… da Martina
Martina è la seconda foodblogger del Social Media Team di Eating Piceno che vi presento attraverso le “chiacchiere“. Oggi siamo in trattoria, sì perché il suo blog si chiama proprio così: Trattoria da Martina.
Mi ricordo una frase che mi ha colpito durante il tour. Verso la fine hai detto “mi manca proprio di incordare”…
Da quanto tempo sei online con il tuo sito?
Da giugno 2010, quindi ormai sono quasi 3 anni!! Penso di essere l’unica blogger della rete a non aver mai indetto un contest! Prima o poi magari ne farò uno magari, ma voglio pensarci bene. Ormai ne hanno fatti di tutte le razze e non ripetersi è diventato quasi impossibile!
Quanto all’incordare, sì, se non lo faccio per troppo tempo mi prende la nostalgia…Non c’è niente di più bello che accarezzare un impasto incordato: ha una setosità e una consistenza che ti rimettono in pace col mondo…E’ un antistress naturale
Passione nata piano piano e da quando? Ricordi la prima volta che hai pasticciato da piccola?
Non ricordo la prima volta, ma ricordo che sin da bambina pastrocchiavo la domenica a casa di nonna che era piuttosto permissiva e mi lasciava fare….I primi dolcetti, immangiabili, li ho cotti nel dolce forno Harbert, regalo di un mio zio che non c’è più. Nella mia famiglia in cucina se la cavano tutti bene e quindi non potevo non appassionarmi anche io…Finché sono stata a casa con i miei mi dilettavo perlopiù in dolci che facevo in occasione del compleanno di qualche amica, poi all’Università invece ho cominciato a preparare cenette a casa mia…Poi in un pomeriggio annoiato di un certo giorno di giugno ho creato il blog, che per un po’ è rimasto lì vuoto, poi finalmente mi sono decisa e ho postato il primo articolo e da lì non mi sono più fermata!
La tua ricetta del cuore?
Sai che così su due piedi non ti saprei rispondere? Io sono come Paganini, in cucina ripeto poco e sperimento sempre cose nuove, quindi non c’è un qualcosa che proprio sia la MIA ricetta preferita, però posso dire che le ricette che mi danno più soddisfazione sono:
le ricette difficili da realizzare, perché mi piacciono le sfide…Per difficili non intendo elaborate, che, non sono una a cui piacciono quei piatti super studiati da chef, che ci metti un giorno intero a preparare per poi lo mangi in meno di un secondo: intendo piuttosto le ricette di difficile realizzazione perché richiedono esperienza e perizia… che so, il panettone a lievitazione naturale, i bignè, la pasta sfoglia, i cornetti sfogliati…Piano piano provo tutto..
le ricette etniche: esistono tanti libri di ricette etniche, ma in genere è difficile riprodurre un piatto così come lo hai assaggiato, perché nella cucina internazionale esistono sempre migliaia di varianti regionali e riuscire a indovinare il mix di spezie giuste e a riprodurre il piatto così come vuoi che venga è divertente e impegnativo
i lievitati: riuscire a realizzare un lievitato che abbia la giusta alveolatura, la giusta struttura, la sofficità che deve avere, è un gioco sottile di equilibri e veder lievitare un pane, una brioche, attendere che raddoppi di volume per poi controllare che parte della crescita la faccia anche in forno ogni volta è sempre emozionante…:)
le ricette originali, strambe, particolari, ma non tanto nel gusto, ma piuttosto nella realizzazione
La ricetta che vorresti tanto fare e che non hai ancora fatto?
Ne parlavo proprio ieri con il mio compagno…Non ho mai fatto la pastiera e prima o poi voglio farla, con tutti i crismi, ma in generale tutte e ricette che ho nella to do list, perché mi piace provare sempre roba nuova. Pur non amando particolarmente le sfogliatelle, quelle sono un qualcosa che mi terrorizza e che quindi potrebbe stimolare la mia voglia di rischio…:)
Progetti futuri?
Sono una che vive alla giornata e difficilmente faccio progetti o mi pongo degli obiettivi, però procedo, assecondando i miei ritmi e facendomi animare dalle passioni del momento. Non sono determinata e aggressiva, come ormai la società ti spinge ad essere per essere competitivo. Preferisco non adeguarmi allo standard, rimanere me stessa e andare avanti a piccoli step…Non sono quella dei grandi progetti e delle cose in grande, mi muovo secondo i miei bioritmi e alcune mete le raggiungo lo stesso.
Ho spulciato il tuo blog e sono stato attirato dalla pizza al formaggio di Jesi… è una preparazione tipica delle tue origini se non sbaglio.
La pizza al formaggio con nomi magari un po’ diverso credo si faccia nelle Marche, ma anche in Abruzzo e nel Lazio, però quella di cui ho messo la ricetta sul blog è la ricetta della pizza al formaggio di Jesi, dove pare sia nata….
Momento top di Eating Piceno che ricordi più di altri?
In realtà non c’è un momento preciso che mi sia piaciuto più di altri… Forse i momenti che ricordo con più affetto sono quelli in pullman in cui, mezzi tramortiti dalle mangiate, ci scambiavamo aneddoti tra una dormita e l’altra…
Ed ora spostiamoci in cucina per imparare una ricetta che Martina propone nel suo blog. Oggi, visto l’avvicinarsi di Pasqua prepariamo la Pizza al formaggio di Jesi un prodotto da forno simile ad un panettone come forma ma ricchissimo di sapore grazie ai diversi tipi di formaggio che compongono l’impasto.
Pizza al formaggio di Jesi
Preparazione
Preparate il lievitino, adagiatelo su una ciotola, copritelo con la pellicola e attendete che raddoppi di volume.
Una volta raddoppiato sciogliete il lievitino nelle uova precedentemente sbattute, aggiungete l’acqua e versate il tutto sulla farina. Impastate per un po’, dopodichè aggiungete i formaggi grattugiati (pecorino romano e parimgiano), il sale, il pepe e impastate ancora. Per ultimo aggiungete l’olio e lavorate a lungo finché l’impasto non si staccherà dalle pareti e non si attaccherà più alle mani.
Trasferite l’impasto su una ciotola e attendete mezz’ora, dopodiché trasferitelo in uno stampo di alluminio (Dimensioni circa: 12,5cm il diametro inferiore, 15,5cm quello superiore e 9cm l’altezza). Con l’indice praticate dei buchi sull’impasto e infilateci il pecorino fresco fatto a bastoncini.
Attendete che l’impasto lievitando raggiunga il bordo (non con la cupola, ma con la base della cupola). Quando la pizza sta per raggiungere il bordo accendete il forno a 200° con una teglia di alluminio di quelle da arrosto appoggiata sulla parete inferiore. Poco prima di infornare, versare dell’acqua bollente sulla teglia cercando di chiudere velocemente lo sportello perché il vapore rimanga intrappolato nel forno: questo aiuterà la crescita della pizza impedendo la formazione di una crosta che ne limiterebbe la crescita. Infornate abbassando il forno a 180° per 40 minuti circa (dopo 30 minuti fate la prova stecchino). Se la cupola della pizza dovesse brunire troppo copritela con della carta di alluminio. Fate però attenzione a non aprire il forno durante i primi minuti di cottura altrimenti si ammoscia!
Ingredienti per il lievitino:
50g di farina 0 (io uso la coop perché ha una buona tenuta in lievitazione)
25g di latte
8g di lievito di birra
Ingredienti per l’impasto:
lievitino (83g)
250g di farina 0
35g di acqua
3 uova
120g di pecorino romano grattugiato
120g di parmigiano reggiano grattugiato
150g di pecorino fresco
3 cucchiai di olio extravergine di oliva
5g di sale
abbondante pepe
Qui trovate la versione della pizza al formaggio di Martina
Ringrazio Cran Berry di Cappuccino e Cornetto per la foto che ritrae Martina